AFFETTI&DISPETTI - La Nana

Mercoledì 19 Febbraio

Affetti&Dispetti

Un film di Sebastián Silva.

Con Catalina Saavedra, Claudia Celedón, Mariana Loyola, Alejandro Goic, Anita Reeves.

Commedia, durata 95 min. - Cile, Messico 2009.

 

 

Raquel è l'introversa e bizzosa domestica dei Valdés, una famiglia benestante che da vent'anni occupa tutti i suoi pensieri fino all'emicrania. E sono proprio le sue dolorose e frequenti cefalee a preoccupare la padrona di casa, che ritiene opportuno affiancarle una seconda cameriera. Convinta che il provvedimento della signora Valdés possa minacciare il suo ruolo e il suo regno domestico-affettivo, Raquel si accanisce sulle ignare aspiranti, intralciandone il lavoro e chiudendole letteralmente fuori dalla porta e dalla vita dei "suoi cari". 

Se non ci si fa influenzare troppo da un manifesto fintamente simbolico (quella testa da scimmione accanto al volto della protagonista è un innocuo gioco da ragazzi che nel film appare in pochissime scene) e da un titolo altrettanto fuorviante (soprattutto il sottotitolo - «la nana» - che non riguarda la dimensione di nessuno, ma indica in spagnolo la professione della protagonista: tata, collaboratrice domestica, cameriera), ecco, se si dimenticano queste tipiche «furbate» da distributore, il film di Sebastián Silva può rivelarsi una piccolea bella sorpresa. (...)

Premiato al Sundance e al Torino Film Festival (miglior film straniero alla manifestazione statunitense, miglior attrice in entrambi), Affetti&Dispetti è invece una bella riflessione sugli eccessi dell' affetto e su una sbagliata concezione del senso del dovere, i due cardini su cui la tata Rachel ha costruito il suo orgoglio professionale e la sua identità di donna.(...)

E'la grande interpretazione di Catalina Saavedra a trasmettere allo spettatore il sentimento di insoddisfazione e insieme di dipendenza che Rachel sente per la famiglia. Occhi segnati dalla fatica quotidiana, pettinatura solo un gradino meglio di una testa arruffata, divisa indossata più come una corazza che come un abito e soprattutto una recitazione contenuta e compressa, come «schiacciata» dai doveri quotidiani della conduzione familiare, che pure si capisce avrebbe molta voglia di mandare a quel paese: la sua Rachel è un ottimo esempio di come si può caratterizzare un personaggio senza eccedere, evitando sottolineature troppo facili ma lasciando intuire un carattere deciso e (in parte) indomabile. (...)

Il merito maggiore del film è quello di saper tenere sempre un tono simpaticamente leggero e spensierato, sia quando segue con occhio curioso le tattiche messe in campo da Rachel per battere le concorrenti, sia quando racconta un mondo di valori e di comportamenti totalmente diversi da quelli fino ad allora frequentati dalla tata. Non c' è mai la tentazione della lacrima o del melodramma, anche quando la storia potrebbe giustificarlo. E la simpatia evidente del regista per la sua protagonista non gli impedisce di mettere bene in evidenza le sue responsabilità nell' accettare (e in parte costruire) la gabbia di doveri e di costrizioni in cui ha vissuto per tanti anni.

 

Paolo Mereghetti, Il corriere della sera

 

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